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— Ah, piccolo brigante, devi aver commesso qualche delitto. Io ti farò mettere in prigione. —
Il bambino tremò tutto, e si mise a piangere di terrore. Matteo ebbe rimorso, e sentì che la sua era una cattiva tattica; ma che volete, egli non ricordava d’aver mai accarezzato o avuto che fare con un bimbo, e non sapeva come rimediare al mal fatto. Anzi fece peggio.
— Senti la pattuglia! — disse a voce sommessa, per far tacere il bimbo. Questo aveva della pattuglia, già sentita nominare in casa sua, una terribile idea, e tacque spaventato, stringendosi tutto al petto di Matteo.
Egli allora se lo prese fra le braccia, e s’avviò nel piccolo viale illuminato dalla luna.
— Non aver paura, — disse con voce dolce, quasi commossa, — quando sei con me non aver paura. Ti porterò dove tu vuoi. Ma dimmi prima come ti chiami e perchè sei scappato da casa tua. —
Il piccino s’ostinava a tacere.
— Vedi, carino, ora è notte e di notte non si può viaggiare. Partiremo domani mattina. Prima ti conduco a casa mia, ti do tanti bei libri con le figure.