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ne metti cento nel sacco. Ma voglio dirti che non continuerai a riderti di me, no, non continuerai. Mi hai preso per un ragazzo, tu, per un matto? Credi tu ch’io sia davvero una lucertola? Ti sbagli biondina! Sono un povero pastore nero, straccione, miserabile, rognoso tutto quello che vuoi, ma tu non dovevi riderti di me, perchè dovevi sapere che io son buono a farti pagar caro questo giuoco, Nanì, lo senti, Nanì!.. —

Com’era minaccioso! aveva gli occhi chiari per la rabbia e le mani gli tremavano. Nanìa lo guardava stupita; e quando egli ebbe finito non trovò parole per rispondergli.

— Non rispondi, piccola serpe, eh, non rispondi? — egli gridò.

— Parla piano! — diss’ella alfine tendendo le mani. — Se mio padre ci sente!..

— Tuo padre! — esclamò Jorgj con disprezzo, sputando: — Ecco cosa è tuo padre. Egli non vede e non sente neppure entro casa sua! È un tappo di sughero. Che venga, che venga pure qui! Lascialo venire che io gli aprirò gli occhi a tuo padre.

— Ma cosa hai? Cosa ti hanno raccontato? — domandò Nanìa con disperazione.

— Nulla! nulla mi hanno raccontato! Ho veduto io, con questi occhi; io ho veduto,