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— Sì, — ella rispose con un filo di voce.

— Sì! — disse il padre contraffacendola. — Ebbene, che il diavolo ti porti, va, cambiati il fazzoletto e le scarpe. —

Sarra andò via rapidamente.

Allora anche i fratelli si alzarono, rotolarono le stuoie, rizzandole lungo la parete, e si guardarono fra loro.

— Ella viene — dissero a bassa voce.

E sulle prime parvero contenti, ma tosto ripresero la loro solita aria di malcontento.

— Ah, — diceva il padre, parlando fra sè, mentre sceglieva la briglia del suo cavallo, — non ci sarebbe stato bisogno di ciò. —

Sarra riapparve subito, rossa, un po’ ansante, con gli occhi ancora gonfi ma lucenti di gioia. S’era cambiata in un attimo; aveva una camicia bianchissima, le scarpe nuove, il corsetto guarnito di trine d’oro, e in testa un gran fazzoletto frangiato, di damasco violaceo.

Quando le cavalcature furon pronte ella sedette in groppa alla cavalla grigia montata da suo padre. E via per la valle, il bosco, la pianura, nel purissimo e odoroso mattino di aprile.

Durante il viaggio nessuno dei parenti di Sarra, e neppure le sue future cognate, le ri-