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aveva sentita tutta la sua disgrazia. Non poter andare alla festa mentre ci andavano anche i mendicanti; non poter esprimere il suo desiderio, non poter neppure parlare!

Tutto ciò accresceva il suo odio e la sua ripugnanza per Mattia. Ella piangeva di rabbia, quando pensava a lui stringeva i pugni, sputava, lo ingiuriava continuamente fra di sè. E se lo vedeva gli voltava le spalle e impallidiva d’odio.



Intanto giunse la Pasqua, passò; cominciarono i preparativi per la festa.

Si fecero le focacce dolci ed il pane, fu portato l’agnello dall’ovile, si comprarono le arancie, il vino, il nasco1, s’estrasse il primo miele. Sarra rodevasi di desiderio e di rancore: sapeva che Mattia non sarebbe andato a San Costantino e ciò accresceva la sua voglia.

La notte precedente la festa, la ragazza dormì poco e pianse: poi sognò che anch’ella era andata alla festa e che ballava con un

  1. Vino bianco sardo, dolcissimo e forte.