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chio nibbio, dormivi tranquillo nella tua cumbissia, quando udisti un romore. Un uomo era entrato per la finestrola, e frugava il pavimento, dove era nascosta la tua borsa. Era notte di luna, ricordate vecchietto? A quella luce, quell’uomo che era entrato per la finestrola, vide che vi movevate, che avevi gli occhi spalancati come due uova. Subito cosa fa? Si getta sopra di voi, vi mette le mani al collo, e stringe: poi vi getta addosso tutte le stuoie e i cestini, prende la borsa e se ne va. Addio. Credeva di avervi ammazzato, ma voi avete sette anime come i gatti, che il diavolo vi strozzi davvero. È vero o non è vero tutto questo?

— Ah, eri tu davvero! — disse zio Juanne tremando. — È vero.

— Bene, ero io. Ora ho finito signor Giame. E sono stato in reclusione perchè i denari che Antonio Dalvy ha dato a questo vecchietto erano falsi. —

Giame non rispose. Aveva indovinato sin dal principio, ed ora non sentiva nulla, non vedeva nulla. L’ombra mostruosa lo circondava, lo soffocava. Un cerchio pesante gli stritolava la testa.

Bellia lo guardò; e per un momento ebbe pietà di quel viso cadaverico di fanciullo spa-