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biglietti! È vero, sì o no? Verissimo. Bene, dopo tu hai detto ad Antonio Dalvy: se la vossignoria vuole le mostro la chiesa e le stanze. È vero? E lo avete condotto con voi. Poi, all’uscire gli hai detto se ti faceva il piacere di cambiarti in biglietti nuovi una somma che voi avevate in biglietti vecchi... Non negare...
— Ma io...
— Ma voi state zitto, vecchio bastardo! Negate se potete! Giurate davanti a quel santo là che non è vero! Giura! Giura che Antonio Dalvy non è entrato con te nella tua cumbissia e che non ti ha cambiato i denari!
— Ebbene, sì, è vero! — confessò zio Juanne Battista.
Giame diventò fosco in viso: vide come un’ombra mostruosa passargli davanti. E ascoltò intento con l’anima sospesa.
— Aspetta ora, vecchio nibbio, che proseguo la storia. Tu avevi una borsa di cuoio coi denari: l’avevi nascosta sotto una pietra, la quale a sua volta era coperta dal terriccio del pavimento. Aspetta ancora. Una notte un mese dopo che avevamo preso da te la giumenta, il 13 giugno, io e Ghisparru Porru, il balio di questo dottore, eravamo in viaggio per affari del padrone, da queste parti. Dormivamo in campagna. Quella notte tu, vec-