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— Sì, — disse il servo. E rimase un momento silenzioso, pensieroso. Poi soggiunse: — Mi metterò vicino a quel cancello in fondo al sentiero. Caso mai tu mi cerchi.
— Non so perchè!
— No, così, delle volte!... —
Uscì, tornò nella loggia, tolse dal collo dei cavalli le sacchette, e se li tirò dietro riluttanti, scalpitanti, con un vigore selvaggio che pareva impossibile in lui.
Passando davanti al gran fuoco di lentischi, intorno al quale i paesani ballavano e cantavano come selvaggi, guardò se vedeva Bellia. Non c’era. Dal crepuscolo in poi non lo aveva più veduto.
— Dormirà, — pensò, — e se dorme, certo, non si sveglia presto. —
Proseguì, seguito rumorosamente dai cavalli, e s’avviò verso il ruscello. Là giunto slargò e tolse le corde dal collo dei cavalli, che tosto tuffarono i musi nell’acqua sotto i tamerici immobili.
Un silenzio profondo era laggiù: si scorgeva la chiesa illuminata dal fuoco, e il rosso chiarore si spandeva per la pianura, fin laggiù, sulle acque tranquille, sui tamerici immobili.
Ma i rumori non giungevano, e per qualche