Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 103 — |
torno al collo. Costui raccontava qualche cosa, e tutti ridevano e interrompevano il racconto con osservazioni salate.
Vedendo passar Giame e sua madre, un paesano gridò:
— Bibat sa dama! (Viva la dama!).
— E su cavaglieri! (E il cavaliere) — risposero alcuni altri.
Quelli del gruppo si volsero ridendo: l’individuo dal fazzoletto azzurro s’alzò, guardò, poi si risiedette e riprese il racconto.
I danzatori intonarono, in onore di dama Lillica:
Ca er bessida missignora, |
Intanto Giame, sua madre e il servo smontarono davanti alla stanzetta del custode.
Donna Lillica si scosse le vesti, e fece alcuni passi, tutta rattrappita dal viaggio.
— Quest’uomo, — le disse Giame, presentandole il vecchio, — è il custode della chiesa, ed ha riconosciuto la giumenta: chè l’ha venduta egli, al babbo.