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torno al collo. Costui raccontava qualche cosa, e tutti ridevano e interrompevano il racconto con osservazioni salate.

Vedendo passar Giame e sua madre, un paesano gridò:

Bibat sa dama! (Viva la dama!).

E su cavaglieri! (E il cavaliere) — risposero alcuni altri.

Quelli del gruppo si volsero ridendo: l’individuo dal fazzoletto azzurro s’alzò, guardò, poi si risiedette e riprese il racconto.

I danzatori intonarono, in onore di dama Lillica:


Ca er bessida missignora,
S’allighet d’ogni muntagna:
Paret s’istella aurora, ecc.


Traduz.: Perchè è uscita monsignora,
               Si rallegri ogni montagna:
               Sembra la stella dell’aurora, ecc.


Intanto Giame, sua madre e il servo smontarono davanti alla stanzetta del custode.

Donna Lillica si scosse le vesti, e fece alcuni passi, tutta rattrappita dal viaggio.

— Quest’uomo, — le disse Giame, presentandole il vecchio, — è il custode della chiesa, ed ha riconosciuto la giumenta: chè l’ha venduta egli, al babbo.