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Montava a cavalcioni una mansueta giumenta nera picchiettata di bianco.

Il giovine doveva essere molto alto perchè stava assai curvo sulla sella; aveva un volto di bambino pallido, e dal cappello tirato indietro gli usciva un gran ciuffo di capelli castanei.

Appena i mendicanti videro arrivare questi signori, cominciarono a lamentarsi più forte: la voce dell’uno voleva sopraffare quella degli altri, e tutti stridevano come tante cicale.

— Giame, — disse la donna con voce lamentosa, — arrangiati tu con questi poveri pezzenti.—

Il giovine mise a lento passo il suo cavallo e dal taschino del panciotto cominciò ad estrarre con due dita, piccole monete di rame e di argento.

— A voi. Prendete.

— A voi.

— A voi pure. Ecco. —

Era d’una gentilezza, d’una bontà estrema, con quei poveri che non smettevano di chiedere, e di benedire dopo aver ricevuto.

Fermava il cavallo, si curvava, metteva la moneta sulla palma aperta e sudicia dei pezzenti.

La donna andava avanti al lento passo