Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 95 — |
il lentischio, vi odorava il ginepro. I priori cantavano boriose gare estemporanee: gli occhi delle donne languivano di sogni.
E zio Juanne Battista?
Zio Juanne Battista si vedeva raramente. Assisteva alla messa, poi, presso la porta, riceveva l’obolo dei pellegrini: a mezzodì andava dalla prioressa con una scodella che gli si riempiva di minestra o di farro fumante; poi spariva. Qualche volta lo si udiva gridare coi mendicanti che sporcavano la chiesa.
— Levati di lì, pezzente.
— Non mi levo.
— Se non ti levi ti faccio levar io a bastonate.
— Il diavolo ti bastoni.
— Rognoso.
— Cocuzzolo spelato.
— Immondezza!
— Cosa avete, zio Juanne — gli chiedeva il priore. — Quest’anno siete più di malumore dell’anno scorso.
— Si avvicina la morte.
— Ebbene, lasciatela venire. La piglieremo a schiaffi.
— Ah, con essa non si scherza! —
Intanto venne il giorno della festa. Sin dalla vigilia arrivò molta gente: da ogni paese