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stazioni rurali per esercitare la sorveglianza necessaria a repri­mere i reati e le aggressioni, nelle campagne, benchè nelle città, anche adottando questo sistema, bisognerebbe sempre mantenere una mano di Carabinieri per poter, alla occorrenza, aiutare le Guardie di pubblica sicurezza; ma non sarebbero più necessarie quelle numerose stazioni esistenti ora nelle città e che non ci permettono di dedicarne al servizio delle campagne che un numero assolu­tamente insufficiente.»

«dalle guardie campestri forestali.

«Un apposito regolamento, fatto dal Ministero dell’interno, d’accordo coi municipii, per le guardie municipali e campestri, e d’accordo col Ministero d’agri­coltura, industria e commercio, per le guardie forestali, determinerà le norme da seguirsi a tal riguardo pel loro concorso nel servizio di pubblica sicurezza.»

Questi intendimenti del prelodato Ministro, che con non comune sapienza politica sa stare a capo dell’amministrazione generale dello Stato, venendo già ad avvalorare in parte le mie idee, ne traggo quindi la speranza, che non possa essere lontano quel dì in cui, superati con fermo volere i non pochi ostacoli provenienti dalle vecchie tradizioni, specialmente in quanto ha rapporto all’Arma dei carabinieri reali, anche le altre modificazioni sopradesignate verranno prese in considerazione ed attuate, a grande vantaggio della sicurezza pubblica; e mi lusingo che l’Italia nulla avrà allora, per la Polizia, ad invidiare alle estere Nazioni, non escluse le meglio ordinate.

E quand’anche io pienamente convenga, come già dissi, col Giornale La Riforma, che su di noi stessi dobbiamo far calcolo per prendere consiglio, in quanto alle riforme di cui possiamo abbisognare, tuttavia la grande celebrità di cui gode la Polizia inglese, richiamando continuamente l’attenzione pubblica sul suo ordinamento, che diede tanta fama al grande statista Roberto Peel, ritengo che effetti-