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ognuno possa esperimentare la dubbia vista del suo occhio, ed essere incerto quale sia la faccia delle persone che più gli sono vicine.

Guardate la faccia dell’amico in cui credete e vi sarà una nobile faccia – e la nobiltà localizzerete o nel naso o nella fronte o in un «certo che degli occhi» – guardatelo quando v’abbia tradito e vedrete una bocca turpe, una cera sinistra, «un’espressione insomma che non va». – (E se uno guardi una donna prima e dopo averne usato, la contraddizione gli riuscirà anche più tridente). Quale è l’esperienza della realtà?

S’io ho fame la realtà non mi è che un insieme di cose più o meno mangiabili, s’io ho sete, la realtà è più o meno liquida, e più o meno potabile, s’io ho sonno, è un grande giaciglio più o meno duro. Se non ho fame, se non ho sete, se non ho sonno, se non ho bisogno di alcun’altra cosa determinata, il mondo mi è un grande insieme di cose grigie ch’io non so cosa sono ma che certamente non sono fatte perch’io mi rallegri.


che ognuno possa esperimentare la dubbia vista del suo occhio, ed essere incerto quale sia la faccia delle persone che più gli sono vicine. Guardate la faccia dell’amico in cui credete, e vi sarà una nobile faccia; e la nobiltà localizzerete o nel naso o nella fronte o in un « certo che degli occhi ». Guardatelo quando vi abbia tradito, e vedrete una bocca turpe, una cera sinistra, « un’espressione insomma che non va ». — E se uno guardi una donna prima e dopo averne usato la contraddizione gli riuscirà anche più stridente. Quale è l’esperienza della realtà? S’io ho fame, la realtà non mi è che un insieme di cose più o meno mangiabili; s’io ho sete, la realtà è più o meno liquida, e più o meno potabile; s’io ho sonno, è un grande giaciglio più o meno duro. Se non ho fame, se non ho sete, se non ho sonno, se non ho bisogno di alcun’ altra cosa determinata, il mondo mi è un grande insieme di cose grigie ch’io non so cosa sono ma che certamente non sono fatte perch’io mi rallegri. II. — Ma noi non guardiamo le cose con l'occhio della fame e della sete: noi le guardiamo oggettivamente, — protesterebbe uno scienziato. Anche l’oggettività è una bella parola. Veder le cose come stanno, non perchè se ne abbia bisogno, ma in sè: aver in un punto « il ghiaccio e la rosa, quasi in un punto il gra