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– «Assai abbiamo da portare ognuno la nostra croce perché tu ci venga a imporre l’insopportabile, e a togliere quei sollievi ai quali abbiamo diritto».

– Non portate la croce, ma siete tutti crocefissi al legno della vostra sufficienza, che v’è data, che piú v’insistete e piú sanguinate: vi fa comodo dire che portate la croce come un sacro dovere, mentre pesate col peso inerte delle vostre necessitá. – Abbiate il coraggio di non ammetterle quelle necessitá, di sollevarvi per voi stessi... Ma su quelle è misurato il vostro possibile e l’impossibile, il sopportabile e l’insopportabile dei doveri da compiere per guadagnarvi in pace la vita; quando v’adattate ai modi del corpo, della famiglia, della cittá, della religione, dite: «faccio i miei doveri1 d’uomo, di figlio, di cittadino, di cristiano» e a questi doveri commisurate i diritti. Ma il conto non torna.



È una strana fortuna quella di questo conto. Se vi mettete con uno a fare il conto addosso a suo fratello, otterrete facilmente un risultato determinato; contento, andate a farlo vedere al fratello perché lo regoli, e vedrete le meraviglie

  1. Gli Inglesi dicono: «I shall do». (io devo fare, è necessario rispetto a una ragione assoluta ch’io faccia) per dire «io farò»; «You will do ecc. «(tu vuoi fare ecc., hai il qualunque capriccio di fare) per dire «tu farai» ecc.