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ἄπορος per la sua mano: egli ha negli occhi un’incertezza di punti, nella mano... l’arma.
Nella coscienza piú vasta la stessa cosa è piú reale, poiché riflette quella vita piú vasta. Questa l’ha di piú poiché nella sua affermazione ci sono i modi della previsione piú organizzata a una piú vasta vita, sufficiente a eliminare maggior vastitá di contingenze, che ha certa, finita, vicina nell’attimo una maggior lontananza.
Come quando due giocano agli scacchi, che le stesse figure per l’uno e per l’altro non sono le stesse, poiché per l’uno hanno una vasta cerchia di possibilitá connesse l’una all’altra, a esser sufficienti in una lontana previsione a tutte le possibilitá dell’avversario; – per questo, che gli sia inferiore, s’esauriscono in una breve cerchia di mosse che non possono connettersi che a un piccolo piano vicino, mentre le mosse dell’altro gli sono una incomprensibile contingenza per la quale via via egli si vede scalzati i suoi piccoli piani ed è necessitato, ogni volta alla nuova situazione adattandosi, a rincominciarli.
Cosí nella vita il debole s’adatta. E a questo lo guida il dio della φιλοψυχία: «tu vuoi questo, ti sei impegnato a ottenerlo – che importa – cedi, quando non lo puoi, quando ci va della vita; quello che volevi qui, in fondo lo puoi aver in altra parte, in altro modo, con lo stesso piacere, senza pericolo».
Infatti quella superficialitá di relazioni si può ripetere indifferentemente in altro modo in altra parte. Quanto meno profonda è la vita