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cessaria pel suo determinato volere non è in lui, ma in ciò che è per lui mistero, infinita oscurità, contingenza delle cose, caso: è nella coscienza d’altre cose. Per questo sentimento del tempo inutile il cloro nella lontananza dell’idrogeno si annoia.



Ma la volontà non sopporta la noia, e da questa attesa inerte della vicinanza si muove, allargandosi la coscienza dalla determinazione puntuale attraverso l’infinita varietà delle forme: le determinazioni si collegano così a complessi, da procurarsi previdenti ogni volta la vicinanza per la quale via via ogni determinazione s’affermi e non resti morta, ma per la forza del complesso si continui per poter altra volta affermarsi. Lo stomaco non ha fame per sè ma per il corpo.

Lo stomaco solo è assorbito dal mangiare; il corpo per esser assorto nel mangiare, non ne è assorbito; quello esaurisce insieme il cibo e sè stesso in ciò che è tutto fame; questo esaurendo col mangiare la fame, ha più buona speranza di continuare. La soddisfazione della determinata deficienza dà modo al complesso delle determinazioni di deficere ancora. Il complesso si dice sazio in quel riguardo senz’esser sazio del tutto: poichè nell’affermarsi di quella determinazione c’è come criterio la previsione delle altre: il complesso delle determinazioni non è un caos ma un organismo.