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Così se ne facciano un uomo di scienza, avranno resa possibile l’oggettività. Infatti egli sarà abituato dalle fasce in su a sapere che altro è lo studio, altro è il giuoco.Così egli si potrà mettere a sciogliere problemi filosofici muovendo i concetti che le norme scientifiche insegnano, e come insegnano, senza mai curarsi del loro valore:

«Altro è la teoria, altro la pratica».

«... Tu devi far uno studio su Platone o sul vangelo» gli diranno «è perché così ti fai un nome, ma guardati bene dall’agire secondo il vangelo. Devi esser oggettivo, guardare da chi Cristo ha preso quelle parole o se omnino Cristo le abbia dette e se non meglio le abbiano prese gli Evangelisti o dagli Arabi o dagli Ebrei o dagli Eschimesi, chi lo sa... Naturalmente parole che valevano in riguardo all’epoca, adesso la scienza sa come stanno le cose, e tu non te ne devi incaricare. Quando tu hai messo insieme il tuo libro sul vangelo – allora puoi andar a giuocare». – Come al bambino si diceva: «fai come dice il babbo che ne sa più di te, e non occorre che tu domandi ‘perché‘, obbedisci e non ragionare, quando sarai grande capirai». Così si conforta il giovane a perseguire nel suo studio scientifico senza che si chieda che senso abbia, dicendogli: «tu cooperi all’immortale edificio della futura armonia delle scienze e sarà un po’ anche merito