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La peggior violenza si esercita così sui bambini sotto la maschera dell’affetto e dell’educazione civile. Poiché colla promessa di premi e la minaccia dei castighi che speculano sulla loro debolezza e colle carezze e i timori che alla loro debolezza danno vita, lontani dalla libera vita del corpo, si stringono alle forme necessarie in una famiglia civile: le quali come nemiche alla loro natura si devono appunto imporre colla violenza o colla corruzione. Più ancora la stessa fede, la stessa volontà del bene è sfruttata per l’utile della società. La grande aspettazione d’un valore è via via adulata con la finzione d’un valore nella persona sociale che gli si tien sempre davanti agli occhi come quella che egli debba, imitando, in se stesso educare. «Tu sarai un bravo ragazzo come quelli che vedi là andare alla scuola, sarai come un grande». Gli si forma il mito di questo bravo scolaro grande, e ogni cosa appartenente allo studio, alla scuola acquista un dolce sapore: l’andare a scuola, la borsa per i libri ecc.