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145 - della violenza sociale per cui ognuno è signore del lavoro altrui: il «concentrato di lavoro», il «rappresentante del diritto», la fascia di trasmissione fra le ruote della macchina – sarà come divinità assunto in cielo, diventerà del tutto nominale, un’astrazione, quando le ruote saranno così ben congegnate che ognuna entrerà nei denti dell’altra senza bisogno di trasmissione.

La lingua arriverà al limite della persuasività assoluta, quello che il profeta raggiunge col miracolo, – arriverà al silenzio quando ogni atto avrà la sua efficienza assoluta. Ma se a uno di questi poveri rimasugli d’umanità [in] un giorno di sole verrà un brivido di vita, quasi una reminiscenza attraverso i tempi al suo tardo cervello – e s’indugerà sul manubrio della sua macchina turbato, e s’allontanerà dal lavoro, – il compagno avrà poca pena a farlo rinsavire. «Vieni» gli dirà «è il tuo dovere morale!». L’altro capirà subito: «è il pane», e andrà al lavoro con la testa bassa. Καλλωπίσματα ὄρφνης! – Prima di giungere al regno del silenzio ogni parola sarà un Καλλώπισμα ὄρφνης: un’apparenza assoluta, un efficacia immediata d’una parola che non avrà più contenuto che il minimo oscuro istinto di vita. Tutte le parole saranno termini tecnici quando l’oscurità sarà per tutti allo stesso modo velata, essendo gli uomini tutti allo stesso modo addomesticati. Le parole si riferiranno a relazioni per tutti allo stesso modo determinate. Come oggi si dice «forza d’attrazione», che non dice niente ma vuol significar solo quel complesso