Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/136

vincere o morire – al viaggiatore di un transatlantico – che o merce ammucchiata nella stiva o high-life sopra coperta, si contorce pel mal di mare e, fidando nella prepotenza del tonnellaggio e delle caldaie del piroscafo che sta come un isolotto in mezzo all’uragano, si trova a calare a picco come un sasso assieme a tutti i compagni senza possibile lotta, se uno scoglio o lo sperone d’un’altra nave si prenda la cura d’aprire i fianchi alla sua città galleggiante – fra quelli e questi – volevo dire – c’è la distanza uguale che fra la vita organica e la vita minerale. –

Ogni sostituzione delle macchine al lavoro manuale istupidisce per quel tanto le mani dell’uomo: poiché dal pensiero rivolto a determinate necessità erano state educate a saper fare; e dal congegno, in cui quel pensiero s’è cristallizzato una volta per sempre, rese inutili, perdono ora l’intelligenza di quelle necessità. Così ai nostri giorni sono istupiditi ad esempio i fabbri, che un tempo da un blocco di ferro sapevano a forza di fuoco, di martello e di scalpello, foggiare qual si volesse oggetto – che oggi sanno appena adattare e congiungere con le viti i pezzi fatti che arrivano dalle fabbriche o dalle fonderie, che non fanno più da sé nemmeno le chiavi e i chiodi: sì che a stento si trova uno che sappia più ferrare un cavallo1 – e gli artisti scalpellini, e falegnami, e tessitori ecc. – E al loro posto sono

  1. È vero che anche questa diventa un’arte inutile.