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avvenendo e passando: πάντα ῥεῖ, per ciò che senza posa nel vario desiderare si trasmuta: e senza fine, senza mutamento sta in ogni tempo intero e mai finito l’indifferente trasmutar delle cose... τόδε δὴ βίοτον καλέουσι.



Ma chi, chi καλεῖ? chi dice vita? chi ha coscienza?

Come, se la vita si raccogliesse in porto contenta in sè, e in sè consistesse ferma immutabile, cesserebbe la deficienza nè ci sarebbe coscienza dell’essere assoluto – così nell’infinito infinitesimale fluttuare di variazioni non v’è cosa che di questo fluttuare possa aver coscienza.

1°. Ma la volontà è in ogni punto volontà di cose determinate. — E come in ogni punto il tempo le toglie di consistere, le toglie in ogni punto la persuasione, non v’è possesso d’alcuna cosa, ma solo mutarsi in riguardo a una cosa, entrare in relazione con una cosa. Ogni cosa ha in quanto è avuta.

2°. Determinazione è attribuzione di valore: coscienza. — Ogni cosa in ogni punto non possiede ma è volontà di possesso determinato: cioè una determinata attribuzione di valore: una determinata coscienza. Nel punto che nel presente essa entra in relazione con la data cosa, essa si crede nell’atto del possesso e non è che una determinata potenza (finita potestas denique cuique, Lucrezio I, 70). Nell' ἄβιος βίος la potenza