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perirei miseramente. La società mi prende, m’insegna a muover le mani secondo regole stabilite e per questo povero lavoro della mia povera macchina mi adula dicendo che sono una persona, che ho diritti acquisiti pel solo fatto che sono nato, mi dà tutto ciò che m’è necessario e non solo il puro sostentamento ma tutti i raffinati prodotti del lavoro altrui; mi dà la sicurezza di fronte a tutti gli altri. Gli uomini hanno trovato nella società un padrone migliore dei singoli padroni, perché non chiede loro una varietà di lavori, una potenza bastante alla sicurezza di fronte alla natura – ma solo quel piccolo e facile lavoro famigliare ed oscuro – purché lo si faccia così come a lei è utile, purché non Sl urti in nessun modo cogli interessi del padrone: εἰ ἐλευθέρους αὐτοὺς δεῖ / ζῆν, τῶν κρατούντων ἐστὶ πάντ’ ἀκουστέα. La sicurezza è facile ma è tanto più dura: la società ha modi ben determinati, essa lega, limita, minaccia: la sua forza diffusa è concreta in quel capolavoro di persuasione che è il codice penale. La cura di questa sicurezza asservisce l’uomo in ogni atto. Dal momento che l’uomo vuol poter dire «questo è legalmente mio», egli s’è reso schiavo attraverso il proprio futuro del futuro di tutti gli altri: egli è materia (la proprietà mobile).

Ma in cambio, la società fa quello che nessun padrone farebbe; essa rende partecipi i suoi schiavi della sua autorità – in ciò che il loro lavoro essa trasforma in danaro, e al danaro dà forza di legge. § 18. Jedermann ist unter den von den Gesetzen vorgeschriebenen Bedingungen fähig Rechte zu erwerben. –