Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/124

previsione, ecco una potenzialità di lavoro identica alla mia che vuol determinarsi nello stesso punto dello spazio e del tempo e toglie a me tutto il futuro: ecco l’uomo, il mio simile.


2° Sul campo ancora fumante si rinnova la lotta. – I due uomini si contendono la sicurezza di poter violentar la natura e di usar dei cumuli di lavoro passato: in breve i due simili non sono più simili ma l’uno ha il diritto del lavoro o proprietà immobile e il diritto sui cumuli di lavoro o proprietà mobile, ha affermato di fronte all’altro la propria individualità – l’altro ha il futuro troncato, è alla mercé del vincitore in ciò che coli vuol vivere ancora o non può giovarsi della propria potenza di lavoro. L’altro allora gli dà il mezzo di vivere purché egli lavori per lui. Così l’uomo ha subordinato il suo simile alla propria sicurezza: ha esteso la sua violenza anche sul suo simile perché questo cooperi a fornirgli quanto gli giova. E questo, lo schiavo, e materia di fronte al padrone, egli è una cosa.


Ma egli è «cosa» in altro modo di come sia «cosa» un albero che il padrone sradica per usar tutto il legno; egli è «cosa» come l’albero che il padrone innesta e pota per ricavarne le frutta, e come quello ch’egli priva periodicamente dei rami per aver legna da ardere. – Lo schiavo serve al padrone vivo anche perché muoia per lui – ma non morto.