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Ma qui troviamo questi individui ridotti a meccanismi, previsione attuata nell’organismo, non pero, come ci aspetteremmo, vittime della loro debolezza – in balìa del caso, ma «sufficienti» e sicuri come divinità. – La loro degenerazione e detta educazione civile, la loro fame è attività di progresso, la loro paura è la morale, la loro violenza, il loro odio egoistico – la spada della giustizia –: ὄρφνης καλλωπίσμασιν ἀνθεῖ κακῶν περ ὕπουλος ἡ πρὸς βίον κοινωνία. – e διὰ τὸ τὴν τέχνην καλῶς ἐξεργάζεσθαι ἕκαστος ἠξίου καὶ τἆλλα τὰ μέγιστα σοφώτατος εἶναι1

Per loro disse Cristo: εἰ τυφλοὶ ἧτε, οὐκ ἂν εἴχετε ἁμαρτίαν· νῦν δὲ λέγετε ὅτι βλέπομεν· ἡ ἁμαρτία ὑμῶν μένει.2

Si son fatti una forza della loro debolezza, poiché su questa comune debolezza speculando hanno creato una sicurezza fatta di reciproca convenzione. –

È il regno della rettorica.

Infatti per quanto ognuno è limitato all’attimo, la società estende la sua previsione nello spazio e nel tempo perché ognuno possa κοινωφελῶς φιλοψυχεῖν, ognuno nel suo piccolo posto pensare alla propria piccola vita, ma questo soltanto possibile in quel modo determinato perché

  1. Plat., Apol., 22 d.
  2. Giovanni, 9, 41.