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degenerazione del piacere.1 Così avviene nella ricerca del sapere pel sapere, che si giunge alla sapienza degli organi per loro stessi e non come organi della mia persona e si ricerca il sapore del mondo in riguardo all’assenso inorganico.2
Provatevi a guardar le cose che non vedete, e vedrete: linee linee, corpi corpi, colori colori; cosa sono, non lo saprete poiché già non l’avrete visto – e l’occhio per sé non lo sa, la lente non lo sa. Ma l’occhio sa quello che sa solo in quanto vostro occhio. Mettetevi, ad esempio, a guardar oggettivamente la faccia dell’amico nella quale ora vedete «una bocca turpe e un’espressione che non va» e provatevi a ritrovar la nobiltà del naso e della fronte, che prima amavate – troverete linee e angoli e curve e prominenze d’una data forma, ma delle quali non saprete dir niente; la parola nobile detta di nasi e di fronti si farà per voi vuota d’ogni significato: il naso e la fronte dalla linea nobile vi saranno indifferenti e incomprensibili. –
Oppure ad esempio una punta: noi tutti sappiamo che la punta punge: ma invano vorrei ridur questo mio sapere a un’esperienza oggettiva: l’occhio vedrebbe una forma puntiva conficcarsi