De’ compri vati assecondò quell’ira.
Fra il compianto di Tebe e gli arsi aromi, 480E i singhiozzi e i votivi inni funèbri
Io non dirò, come di negre bende
Cinti all’ara n’andassero, congiunti
Strettamente per mano ambo i fratelli;
Nè del padre dirò, che dell’irato 485Nume accusando la mortal risposta
E la vita soverchia, tutto chiuso
Nel manto, e stretto dall’affanno, all’ara
Muto scorgea que’ giovanetti; e come
Pietà n’avendo il sacerdote, ascoso 490Tra i fiori e le corone il sacro ferro
Celasse al padre misero e ai fanciulli;
Che già chinando le ginocchia, e alzando
Le mani supplichevoli, a la scure
Porgean le teste. Se non che repente, 495Opra d’un Dio, gli avvolse entro al suo cavo
Seno candida nube; e levò al cielo,
E li sostenne un arïete, a cui
D’auro splendeano i velli; e come l’ale
Avesse, le sottili aure trattando 500Con bifid’unghia, infino al mar che suona
Fra il Tracio lido e la Sigea contrada