Pagina:La pastorizia.djvu/97

88 la pastorizia,

430Lui solo ama e carezza. Il vigilante
Fervido amor non somiglianza inganna
D’altro agnel che smarrito abbia la madre;
E avrai di questo esperienza intera,
Quando confusamente entro a l’ovile
435Dai pascoli tornando, a nodrir corre
Il dolce parto. Da per tutto movesi
Un belar misto di pietosi gemiti,
Un intenso rispondersi; un subbuglio
Per tutto vedi, un ricercarsi, un premere;
440Finchè ciascuna delle madri, accortasi
Del proprio figlio, a lui tutta abbandonasi.
Del pingue latte si fa bella intanto
La prole, che al tornar di primavera
Ai pascoli uscirà fatta robusta.
445Quindi s’addoppia prosperando il gregge,
E il falso pel dispogliasi, e sottentra
La finissima lana, e così abbonda
Col numero il guadagno. A questo modo,
Della vil povertade il fiero stato
450Schifando e i danni, si fa ricco e lieto
Il buon pastore; e le cittadi e i regni
Crescono; e Pale ai popoli guidando
Per man l’aurea abbondanza, i dì beati