L’avvolge un pel che a vili opre destini. 95Tralignando così dall’esser primo,
Giacque, qual la veggiam tra le infeconde
Glebe errar dell’Orobia, e le propinque
Balze, intra cui scendendo il Mella freme.
A cento madri allor delle men tristi 100(Sceverandone i maschi) di fatticce
Membra valenti e in bianca lana avvolti
Duo mariti scerrai del gregge Ibero.
Come la sesta luna in ciel ripiglia
Suo moltiforme aspetto, avrai da quelle 105Altrettanto di femine e di maschi,
Che la finezza del paterno vello
Somiglieranno. A più matura etade
Serba l’agne, e sopponi al taglio crudo
Pria che all’ottavo mese il maschio aggiunga; 110Perchè tra quelle, di natura il nuovo
Ordin non turbi con vietati amori.
Fatte grandi al secondo anno le agnelle,
La metà delle prime esule vada
Fuor dell’ovile, e in lor vece si resti 115La giovinetta, e già d’amor capace
Tenera prole. Cento nati ogn’anno
Avrai tra maschi e femine, e scegliendo