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libro quarto. 71

     Se frenato per leggi amor non fosse
Ond'è il talento alla ragion sommesso,
Tal da natura ebbe poter, che al peggio
25L’armi adoprando, un vasto orror solingo
Fòra la terra. E qual tra selve orrende
Ringhia la tigre immansueta e il pardo,
Mescendo ire e battaglie e stragi e morti,
Dinanzi al cieco istinto ed al bisogno
30N’andrian così gli stupidi mortali
Fra lor discordi, in guerra empia condotti
Da prepotente gelosia. De’ bruti
Al par le razze commischiando, incerta
Saria la prole; nè la fè, nè il casto
35Pudor servato avrebbe alle famiglie
Le crescenti speranze e la dolcezza.
Quello che in noi potea splendido lume
Di natura e di senno, arte procuri
Ne’ bruti ancora, e a miglior fin conduca
40Le forze dell’istinto e dell’amore.
Molti ritrosi ad ogni culto e schivi
Trovi animai per vero, a la foresta
Solo aver d’imenei cura e vaghezza;
E se dal natio clima in servitude
45L’uom li conduce, il natural talento