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libro terzo. 67

Lo sparso gregge d’ogni parte aduna;
E lui garrendo, ed incitando i cani
575Animosi ti avvia; chè come all’alba,
Così alla tarda sera umido scende
Su la verzura il vespertino umore.
Adunato lo stuol, lento proceda
Su per la via, mentre a traverso i campi
580E le folte boscaglie e l’alte siepi
Vanno correndo i veltri, disnidando
L’astuta volpe e il lupo, che s’è posto
Nelle insidie notturne. Alta si leva
Sovra i monti la luna, e ai campi arride
585Di lieta amabil luce e il ciel fa bello;
Solo dai nudi tronchi l’importuna
Upupa e il gufo con feral lamento
Ne accusa il dolce raggio; e all’improviso
Romor che sente a la campagna e al lume,
590Torna a celarsi. Con alpestri note
“Ogni gravezza dal suo petto sgombra„
Il buon pastore; o si ristà dal canto
Per udir come dolce intra le siepi
Natie si stempri l’usignuol d’amore;
595O lo azzuffarsi ode de’ veltri, e il molto
Latrar che fanno ai lupi, ed alle vane
Ombre de’ tronchi, ed agli augei notturni.