Il soverchio umidor nel sangue indusse
Rie di morbo cagioni, enfiando i corpi,
E tumide levando acquose bolle.
Altri dal ber lo rimovea, negando 505Al maggior uopo i desïati rivi;
E pareggiò l’agnello al faticoso
Lento Camel, che sotto a ingiusti carchi
Le fiere solitudini attraversa
Fra le sabbie cocenti, e nel deserto 510Più dì senza toccar onda sostiene
Del cammin la fatica. Il sangue intanto
Torpe addensato nell’agnello, e ferve
Pel concetto calor; debile spunta
Il vello; e mal si cuoce entro a’ riposti 515Stomachi l’esca, e se d’umor lo privi,
Nell’arse fauci al ruminar non torna.
Fuggi i putridi stagni, e le corrotte
Acque a lungo sedenti, entro cui ferve
Popol diverso di minuti insetti, 520E la deforme canna alta dal limo
Sporge, e vi galla il musco; e l’insalubre
Limacciosa ti additi onda lo rezzo
Del salice piangente e del sugoso
Crescione, e la palustre alga natante: