Pagina:La pastorizia.djvu/55

46 la pastorizia,

D’antichissime selve avete in cura,
70Oreadi benigne, il vostro regno
Ne concedete; perocchè, solenne
Ostia votiva, la miglior dell’agne
A voi cadrà sui coronati altari
Devotamente al rinnovar d’ogn’anno.
75Voi dagli estri mortiferi volanti
E dall’orride serpi e da vepraj
E dalle avvelenate erbe guardate
Le pecorelle ai pascoli. Per voi
Stien lunge i lupi: nè al tornar del vespro
80Pianga per voi diserto in sulla soglia
Del caro pecoril (sè stesso indarno
Accusando e i suoi veltri e la fortuna )
Il pastor, che veduto ha dell’armento
Mancar l’un capo o l’altro; onde incitando
85Dispettoso per valli e per foreste
L’animoso mastino, il cammin lungo
Del dì ritesse nella tarda notte,
E i miserandi avanzi seco tragge
Tolti di bocca al rapitor vorace.
     90Dalla città lontane e dai villaggi
Giaccion, quasi deserti alte montagne,
Che, digradanti al piè, più mollemente