Ne segue, e ognor si strugge; e come il duro
Cenno gliel vieta de’ parenti avari, 190Lei tuttavia lontano ama e vagheggia
Chiuso ne’ penetrali: e lei ne’ sogni
Vede, e desto sospira, e gli dà guerra
La rimembranza della tolta amica.
Or del cibo dirò, di cui si vuole 195Le pecorelle sovvenir nel verno;
Perocchè allor ti nega ogni soccorso
L’alma natura, e nei pastor traduce
Con veci alterne dell’agnel le cure.
Nè ti doler se molta opra ti chiede 200La tua greggia ne’ verni: inoperosa
E disutile affatto ella non giace
In pigro ozio, godendosi le tue
Sollecite fatiche. Il pingue latte
Nelle poppe si fonde, e vi si addensa; 205Col tepor dell’ovile, agevolmente
Spunta la bionda lana, e a la pregnante
Pecora i molli fianchi si protendono
Della prole crescente, e a fin matura
I cari parti. Al seminato intanto 210Ed all’arso maggese il buon concime
Si tesoreggia; e caldo entro al sopposto