Sorge più d’uno, agli usi atto e all’albergo
De’ rustici stromenti e de’ ricolti, 95Ampio elevato portico, cui sopra
D’ambe le parti si protende il tetto.
Saglia, se il vuoi, d’alcuna banda il muro
Contro al freddo Aquilon, contro a qual vento
Più forte insulti al tuo guardato ovile; 100Purché d’ampie fenestre e di patenti
Fori l’esterno pàssi aere nel chiuso,
E quel, che dentro si stipò, n’esali.
Fra l’un pilastro e l’altro, alto d’un piede
Un muricciuol s’innalzi, e sopra quello 105Diritta scenda, contro ai lati infissa
De le colonne, a piuoli contesta,
Rastrelliera, che tutto accerchi e chiuda
Dalle travi soprane al pavimento.
Nell’ordine che dritto occhio prescrive 110Seguan commessi i pali, onde nè stretto
Nè troppo largo spazio in fra lor sia;
Chè mal può fra i graticci uniti e spessi
Penetrar l’aria e il sole, e tra l’ampiezza
De’ vani il capo suol cacciar sì stretto 115Il lattante, belando alle nudrici,
Che di ritrarlo invan ti adopri e sforzi.