Fa ritroso sentiere, e in mar si perde:
E sì rafforzò i remi, e tutte all’aure
Predatrici le vele in alto alzando,
Rapidissimo solco aprì fra l’onde; 215Ma non però dal corso utile alcuno
Gli vien, chè in peggio il primo error lo adduce.
La bellicosa Cirno, aspra d’intorno
D’eccelse rupi, in sen cresce e nutrica
Arïeti, che torte e a spira avvolte 220Verso gli orecchi hanno le corna, e i cervi,
Così veloci movono correndo,
Lasciansi indietro e le silvestri fere.
Tra i faretrati Persi e i Caramàni
Coda enorme protende, al mover lenta 225L’orïentale agnella; e di più corna
Sotto l’adusto cielo orna la fronte,
E come cervo solitaria imbosca.
Or, pari all’asinel, dalla ramosa
Testa lunghe una spanna prone cadono 230In giù le orecchie; or di gran gobba il dorso
Va distinta fra gli Indi; e dove lunga
Sporge in altre la coda, una gran massa
Di lento adipe solo alla Numida
Ed all’Araba agnella i lombi aggreva.