Sostasi e pasce, ed al terreo fa prode,
Che sfruttato per lungo ordin di messi
Giacque di sughi povero e di germi. 165Non così dove cerca il vagabondo
Stuol dell’avide capre, intera e bella
Si rifà la pastura; e dove il dente
Avvelenato della capra aggiugne,
Tocca vi muor dalle radici ogn’erba. 170Mitissima l’agnella infra gli arbusti
S’aggira, e tonde dolcemente il sommo
De’ cespi e l’erbe, e lascia star gli steli;
Ma la proterva il vital germe addenta 175De’ teneri virgulti, e molto il capo
Disdegnosa squassando, nel midollo
Più e più s’affigge, e guasta avida e sterpa.
Per questo delle piante entro le amate
Scorze lor membra paurose stringono 180Le Ninfe; e all’appressar del crudel morso
Abbracciandosi ai tronchi, ira e dispetto
Sfavillano dagli occhi, e gridan forte
Dall’ime valli provocando i lupi.
Or chi vaghezza del lodato armento 185E grazïosa utilità consiglia
Meco entri in via; le chiare orme seguendo