Il suo troppo vigor si disquilibra,
E segreta una smania urta e combatte
La vital forza. Le oppilate nari 120Mandan sangue: interrotto dai precordj
Move affannoso il respirar: spumeggia
La bocca, e in sangue appar l’occhio vermiglio.
Al concetto calore apri una via,
E gli ardor tempra col ferir le vena 125Giù nella bifid’unghia o a le mascelle;
Chè se tardi è il soccorso, ognor più denso
Torpe il sangue nel gravido cerébro,
E il senso istupidisce; o le barriere
Dirompendo veloce, in ampio lago 130Lo affonda e preme e in rio letargo avvolge.
Se campar dal periglio ami il tuo gregge,
Di pingui erbe sii parco, e dell’amato
Sale; abbondevol sempre onda di fonte
Lo disseti alla state; e i ben pasciuti 135Agnelli esercitando, ogni dì mena
Sovr’aerie colline, ed a lontani
Paschi, ’ve più l’erbette appajon rare.
Quando ferve la quarta ora del giorno
Li ritraggi al coperto, o dove scende 140Rimota opaca valle, o dove negra