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LIBRO SESTO.



Qual cura alfin ti salverà l’armento
Da’ rei malori, e come il torni in vita
Il poter de’ rimedj ov’egro ei giaccia,
Io canterò, se le invocate Muse
5Risponderanno all’ultima fatica.
Difficil opra invero, e alle felici
Grazie di Pindo avversa, a seguir resta;
Chè duro è il noverar di vario aspetto
Rei morbi, e fiere pesti, e orribil danni.
10Pur se a verace utilità congiunti
Saran miei versi, onde da quelli apprenda
Il pastor, come còlto il morbo arresti
Ne’ suoi principj antivedendo, e dove
Morte era sopra paurosa e cruda,
15Speme rifulga: io mi conforto e spero
Che tanto mi verrà da quelle dive
Favor che basti a compier l’alta impresa.
     La pecorella che vedrai soletta
Cercar spesso fresche ombre, e dello stuolo
20Andar l’ultima, o starsi in mezzo al campo

Arici, Pastorizia 8