Velocissimo intanto oltre correa
L’aureo monton, recandosi sul dorso
Il vedovo fratello; e dalla vista
Perduto era l’Egèo con le natanti 530Sparse isolette, e del sonante Eusino
Apriasi il vasto flutto ai mesti sguardi
Del volatore. Allor come a secura
Stanza ed asilo, la divina belva
Primamente calò, lo stranio corso 535Dell’etra abbandonando, alle felici
Glebe di Colco; e in securtà dall’ire
Della cruda madrigna, e di periglio
Salvo, il carco depose. E come i numi
Dell’ignota adorava ospital terra 540Il giovinetto, e pianto ebbe gran tempo
La perduta sorella, in sagrificio
Menò l’arïete a Giove; e ne le belle
Del Fasi onde correnti il vello d’oro
Purificando, in voto indi l’appese. 545E sì della devota opra si piacque
Giove, che in fior d’ogni dovizia pose
La terra, che del vello aureo serbava
Il sacrato tesoro: armenti e messi
Quindi abbondàro a Colco, e mille prodi 550Si volser quindi al generoso acquisto.