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tutta forza una noce a rischio di rompervi attorno i suoi denti. Voi spettatori di quei conati certo ne ammirereste la energia dove non vi fosse noto lo scopo di essi ma voi lo conoscete bene, e quindi consigliate quel fanciullo a non più arrisicare la sua dentatura.
Or bene, eccovi lì la immagine dei nostri odierni Teologi, dei nostri, Pietisti, Mistici, e Metodisti. Tutti costoro vi ripetono a sazietà, cento frasi sulla loro nullità personale, abnegazione ed. illimitata umiltà e sulla loro morte nel Signore, e fra mille tribolazioni sfiancano la intelligenza loro, tribolazioni, artifiziali del tutto e svariate.
Ma analizzateli ben da presso, scrutateli bene, e vedrete infine, che lo scopo, recondito ed ultimo di tutte queste loro operazioni dolorose e pericolose, non è che il dolce nocciolo del loro proprio me del caro me, del me fatto immortale ad ogni costo.
Allorché vi parlano dei loro peccati, delle loro convinzioni ec. non si occupano che della propria loro personale essenza esclusivamente.
Un giovine di brutto viso che sta delle ore intiere innanzi allo specchio per rilevare con dispetto la sua di formi tà, non e (a creder nostro) meno vanitoso di quel bel giovine che fa lo stesso per compiacersi della sua bellezza ed è già un chiaro segno di somma vanità, il parlar sempre della propria vanità (6).
Meglio che del loro Dio; quei mistici odierni ora citati trattano nella loro Religione della loro propria individuale immortalità, della ideata loro personale felicità, sicché per loro il Dio è una specie di Circolo il cui centro è il proprio Me... e sempre il Me.