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ed iperfisica ma invece egli dovrà pensar davvero, e pensar da saggio alla Morte.

Allorché egli avrà seriamente meditato sulla durata della sua vita, e sulla sua individuale mortalità, ben tosto andrà a cercare il principio il movente dell’attività sua altrove anzicchò nella trascendentale credenza alla sua personale Immortalità.

Quando l’uomo si sarà infine persuaso chela sua morte, non è già una cosa di sola apparenza e dimezzata nei suoi effetti; ma una morte (ci si passi l’espressione) veramente mortale, allora sì che egli troverà il coraggio, e la forza per ricominciare sulla Terra un’altra Vita; o meglio la Vita presa in altro modo, e di conseguenza sentirà irresistibile il bisogno di tener conto di ciò che è realmente vero, realmente essenziale, e quindi realmente infinito.

Oh! amici miei! persuadetevi una volta della piena realtà della vostra morte individuale, e cessate di negare la vostra morte personale e con questo v’incamminerete ad essere veramente religiosi e virtuosi, lo che importa essere devoti al bene ed alla salute dei vostri fratelli.

Quando la moderna Teologia parla di abnegazione non riesce in sostanza che ad un gioco di parole.

Ora non è permesso di giocare quando ci va di mezzo lo interesse della umanità, e siffatti giochi risultano quasi sempre pericolosi.

Jl fedele ortodosso ordinario, non addiviene alla negazione di se stesso, che per trovarsi d’assai meglio affermato nel suo Dio, e ciò che egli cerca in fondo aìl’abbisso senza limiti, o soprannaturale di questo si è appunto la perla preziosa del suo Me.

Quardatc quel fanciullo che addenta a riprese e di