Pagina:La morte e l'immortalità - Feuerbach, 1866.djvu/36

12

già realizzata, e la perfezione ideale che sta fuori di noi. Epperò senza mai pervenire alla mela del suo pellegrinaggio l’individuo procederà sempre avanti d’eternità in eternità.

La Tanatologia, o la nostra credenza alla immortalità personale, non ha in sostanza per essenziale oggetto che il Me l’Egoismo..

Ora una volta che l’Uomo si pone a considerar le cose tutte da questo punto di vista, è chiaro che per ogni parte dovrà scorgere disinganni, imperfezioni, negazioni. Ecco intorno a lui l’Universo è infranto e caduto, è un informe ammasso di ruine, ed il suo spirito generale animatore del Tutto è scomparso, nè rimangono in piedi, che quà o là degli individui isolati. Allora l’Egoismo inalbera il sacro stendardo del Profeta lo Chandsac-Chòrif della credenza all’altro Mondo.

Scipione novello, l’Uomo piange sopra quella Cartagine che egli ha ridotto in cenere; giacche in questo Mondo universo e collettivo che per lui è diventato cosa come scema e svaporata; egli non trova più nulla di importante davvero; e fin lo stesso Me l’Egoismo stesso si risolve in un nulla.

Quindi è poi che nella sua disperazione si gitta a corpo perduto nel fantasticare di un’altra esistenza soprannaturale, d’un’incomparabile bellezza, dove egli raggiungerà tutto ciò di che trova difetto quaggiù tra noi.

Il Me, l’Egoismo ha devastato la Terra anzi l’Universo, ha schiantato gli alberi uccisi i fiori, sterminato gli animali.

Egli si è creato infine tutto intorno un deserto nel