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tale, e sicuramente nulla v’ha per noi di più personale che i membri della nostra persona.

E qui un osservazione cade opportuna.

Che i corpi precedono l’ombra loro e una legge costante nel mondo tisico; ma nel morale nell’immaginoso sopratutto accade qualche volta il contrario.

Così la credenza nella risurrezione dei corpi, che in certo modo era come l’ombra foriera dell’altra credenza nella immortalità dell’anima Umana individuale precorse di alcuni secoli quest’ultima la quale poi a suo tempo non mancò di far la sua entrata sul teatro del Mondo.

E si noti che allorquando veniva in campo sorretto dall’opinione il significato sustanziale della Risurrezione dei corpi, già più non si credea precisamente a quel simbolo; ma invece si proclamava l’objetto lo scopo di esso cioè la personale immortalità dell’Uomo.

Esempio e questo del come procede la storia cioè l’organico sviluppo dell’umanità, nello sciogliere i sociali e morali enigmi, e state pur certi che ella a suo tempo saprà scioglierne di ben’altri ancora, non mancandole la potenza dello svelare e rivelare misteri.

Gli antichi libri Sacri dello Zenda-Vesta stanno a prò di questa nostra sentenza ed accennano della Risurrezione dei corpi.

Ora il Cristianesimo ed il Parsismo hanno grande affinità tra loro come quelli che portano quasi identici gli assiomi e principj di morale; sicché tutta quella magnifica Religione degli Antichi Parsi non era in sostanza che uno splendido simbolo della lotta tra il Bene ed il Male, e può in certo modo tenersi come un’anticipato simulacro del Cristianesimo. Il Domma Parso