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rito pur non essendo materia, non sta però da questa scompagnato, o meglio egli cessa di esistere simultaneamente col corpo che in vita egli agitava ed inspirava tuttavia da esso traendo la sua propria interna esistenza.
A farvi adunque un’idea adequata del sig. Feuerbach tenetelo pure per un seguace della odierna Filosolia Critico-Dialettica trasportato però di tempo poco meno che un quarantennio indietro, e scrivente col genio e colla vivacità lei nostri liberi pensatori d’oggi giorno frai quali egli precorrendo in certo modo i tempi si spinse con via e fortuna quale potea aspettarsi impopolare, e peregrina.
Non è a dire se i neocattolici alla Chateaubriand, ed alla Mont-Alembert l’hanno in odio e dicono orrori dei suoi scritti i quali d’altronde di natura esclusivamente scientifica, non son fatti per correre agevolmente graditi e compresi per le mani di tutti, come bene osserva il suo traduttore francese Hermann Ewerbeck, sono tali però da lasciar dopo di loro una lenta bensì ma profonda impressione in chi li legge.
Noi dal francese trasportando in italiano abbiamo anzi tutto avuto cura di rendere tutto intiero il pensiero dell’Autore; tuttavia scartandoci dalla sintassi straniera uè ciò soltanto, ma (allorché attuabile senza ledere la fedeltà della versione) abbiamo cercato di rendere più chiaro quel pensiero, e più incisivo.
Non è eerto con tutte le opinioni del Feuerbach che noi concordiamo, e dove più spiccato il dissenso lo abbiamo espresso con apposite note, ma sibbene sentiamo al paidi lui tutto il valore tutta la incontrastabile prevalenza che il Razionalismo (o meglio la odierna Scuola Filosofica Critico-Dialettica) a buon dritto ha conquistato sul campo «lei progresso Umanitario.
Ben ci attendiamo agli attacchi degli zelanti amici del vecchio Dommatismo: ma fosse pure una volta che essi dalle vaghe querimonie dalle gratuite sentenze scendessero nel campo della discussione leale, e logica che allora fra