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A le vaghezze transitorie, e vane,
Del Mondo lusinghiero;
Almen potuto havessi
Chiuder con man di ghiaccio
215Le porte orientali
De i tuoi già spenti soli;
Che nel horrore immenso
Di cosi tetra notte
Havrei perduto il giorno,
220Seguitando veloce,
Per la medesma via
Con la mesta alma mia, l’anima mia.
Almen dati havess’io,
Gli ultimi, e freddi baci
225A’ quelle vaghe labbra,
Già fresche rose, hor pallide viole.
Che per dolore estremo
De le morte dolcezze,
Anch’io spirato havrei
230Con un freddo sospiro
In quella bocca amata
L’anima tormentata.
Ma poi che oime, disgiunse,
Duro ò fiero destin l’afflitte salme,
235Morte congiunga l’alme;
E’ quel che già ci tolse
Perversità del Mondo,
Eternamente ahi renda
A’ l’alme innamorate
240Là ne i campi del riso,
Benignità del Cielo.
Dunque mori Filen, corri à la morte,