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guaggio in una circostanza che può sembrare leggiera, e trascurabile a chi s' infastidisce di osservare. Esso lia rap- presentato colla sinistra e non già con la destra V ultimo descritto gesto il quale in un certo senso può chiamarsi si- nistro. E osservabile che questo stessissimo atteggiamento e nel medesimo significato si fa da una figura in un bronzo Ercolauese ( v. tit. Poco ) dove si vede praticato auche dalla sinistra } con la sola duTerenza che quel Mercurio. lo fa in grado superlativo. La seconda osservazione anclie conducente ad una profonda co- noscenza dell' antica mimica si ricava dal ben conside- rare l 1 atteggiamento della destra della nostra figura. L' in- dice ed il pollice di questa furono eseguiti dal pittore non solo più marcati delle altre dita della sinistra, ma anche più lunghi di quello che si ricercava per la proporzione della piccola figura. Questo tratto di pennello a prima vista anche da un qualche esperto in disegno si crederebbe un errore dell'artista. Ed infatti per tale fu supposto dal mo- derno copista. Egli prendendolo per un errore o almeno per una trascuraggine dell'antico pittore, ha creduto far bene non solo daudo la giusta proporzione alle due dita di cui parliamo , ma anche render più graziosa ( a suo modo di pensare ) la loro mossa. Ma egli forse non intendendo la finezza e perspicacia degli antichi nelT esprimere le loro idee col disegno, ha tradito nel tempo stesso e l'antico pit- tore nel risecare* una particolare bellezza dall' opera sua, ed i moderni osservatori col dare loro ad intendere una cosa per un' altra. Il Pompejano pittore ( se pure non fu sem- plice copista di opera più celebre ) allungò anche fuor di misura le dita e loro posizione non per ignoranza , ma per la grande perizia delle più ricercate risorse dell'arte. Volle con ciò che l'occhio del riguardante fosse stato richiamato, quasi suo malgrado, a quel gesto, anche per V avvertenza die naturalmente avrebbe avuto della inesattezza del dise- gno. Cosi guardandolo o più volle , o con più attenzione, il