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mi cui tutti capiscono? Ei si vorrebbe che gli avessimo, le dirò io, ma non gli abbiamo; chè appunto da questo lato la lingua è sì manca, sì imperfetta che mai! Le denominazioni che abbiamo, valgono soltanto a significare, colpa la povertà del linguaggio, alcune classi più generali; ma le specie e le varietà abbisognano ancora d’un osservatore intendente che ne crei proprio dal nulla la nomenclatura. Per alcune differenze di gradazione il dialetto della bassa Sassonia offrirebbe di eccellenti parole dipintive della cosa; ma ormai il dialetto dell’alta Sassonia tenendo il campo sovra gli altri nella letteratura tedesca, ei sarebbe ritroso a onorare della cittadinanza queste intruse. Abbenchè, come fosse chiarito il merito dell’impresa, ciò varrebbe la pena di fiaccar l’orgoglio del dialetto dominatore». Seguita l’autore, e con lo stesso stile, a trattare più a lungo il suo argomento; nella lettera VII; e vi ritorna in altri luoghi. E se tanto dicea egli della ristrettissima mimica tedesca, che dirassi della Napoletana così feconda! Senza entrare nel paragone delle due lingue ne decida il lettore stesso la proporzione. A lui anche ci rimettiamo per giudicare, se meritano qualche compatimento gli sforzi da noi fatti per superare una tale difficoltà, e nello stesso tempo il sistema da noi seguito nell’usare uno stile andante, didascalico e libero nel descrivere i gesti, senza soggettarci ad ulteriori difficoltà.