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d’idee ad essi ignote? Aggiungere poi a costoro, oltre alla novità e l’ignoranza della cosa, non diciamo la ricercatezza dello stile, ma anche un poco di oscurità, e sia di quella che suol nascere da una certa scelta di vocaboli o frasilogie, sarebbe stato lo stesso che accrescere per essi difficoltà a difficoltà. Una prova lampante dell’anzidetto si può riscontrare nella confessione che ne fa lo stesso Winckelmann. v. pag. 176. Oltre a ciò, gli Esteri debbono distinguersi in due classi, per quello che riguarda il nostro proposito. Esteri cioè che visitano queste contrade, e quelli i quali non hanno un tale vantaggio. Per questi secondi specialmente, la chiarezza dello stile nelle descrizioni, ci è sembrata la prima qualità indispensabile per quest’opera. Oltre di che l’essere chiaro nel descrivere la nostra mimica, ed occuparsi nello stesso tempo della scelta di un vocabolo piuttosto che di un altro, incontra, anche a confessione di non pochi dotti, una grandissima difficoltà nella mancanza de’ vocaboli puramente italiani; e questo per moltissimi segni, o atteggiamenti, benché dagl’Italiani stessi sovente praticati. Questa deficienza faceva non poca difficoltà allo stesso Engel, let. VI. p. 47 dopo di altri dotti da lui citati. Eccovi le sue parole.

«Ma che pro ci farebb’ora, mi dirà Ella, lo avere notomizzato un atteggiamento e denominatolo in ogni suo membrolino più minuto, quando di tutti gli atteggiamenti complessivi abbiamo i no-