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XXV
questo ripiego in tutta la sua estensione in un’opera, il di cui oggetto è quello manifestato al n. 2. Quindi siamo ricorsi, oltre all’anzidetto, al seguente mezzo.
7. Rinvii. Ad occasione de’ rinvii, temiamo forte che qualcheduna di quelle persone, le quali intraprendono a leggere un’opera, non per istruirsi, ma piuttosto per trovarci che dire, o divertirsi almeno, osservando esse nel presente lavoro moltiplicati un poco, troppo i rinvii, ora ad una pagina, ed ora ad un’altra, ora ad un titolo, ed ora ad un numero dello stesso, o di altri; prematuramente disgustandosene, non dicano: quante citazioni, e tutte di se stesso!! Non lievi però sono state le ragioni, che ci hanno indotti a non fare alcun caso, di questa malfondata critica.
Volevamo in ogni conto bandire da questa produzione l’indecente, ma bisognava additarlo all’archeologo, onde lo avesse riconosciuto presso gli antichi siano scrittori, sian monumenti, e quindi il nostro lavoro non avesse mancato di prove per la parte archeologica. Abbiamo perciò immaginato di ricorrere alle frequenti citazioni e rinvii, sia per quello che rapportiamo altrove, come per gli originali da noi citati. Con un tal mezzo colui che vuol darsi la pena di approfondire la materia, potrà facilmente riconoscere o il fisico del gesto, o quel suo significato, di cui intendiamo parlare, ma sotto metafora. Infatti, se qualche archeologo si darà la pena di seguire i nostri