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XXIV

riddi? E come si sarebbero potuti citare gli antichi, ed in particolare nei loro monumenti, in appoggio delle nostre scoverte, se quattro quinti di quelli sentono di sfrontata galanteria? Come si sarebbe giustificato nel titolo il detto: La mimica degli antichi, saltandone la maggior parte?

Sappiamo benissimo, e non lo neghiamo, che senza l’osceno, l’opera avrebbe potuto diventare anche voluminosa abbastanza, ma non avrebbe mai cessato di esser monca. Siamo perciò ricorsi ad altri ripieghi, cominciando sempre dalla necessaria riservatezza usata nell’espressioni, non che dalla modestia nelle parole. Ed in questo la ricchezza della nostra lingua, che si presta facilmente a chiunque vuole valersene, non che la parte oratoria della mimica Napoletana, ci sono state di grandissimo ajuto. Oltre a ciò nella stessa scelta de’ soggetti abbiamo ritrovato, non senza qualche pena, è vero, il rimedio al male. In questo articolo solamente, e bisogna confessarlo, l’oceano della mimica Napoletana in vece di disanimarci, ci ha oltremodo incoraggiati. Non abbiamo ritrovato un solo soggetto mimico, per poco decente che fosse, fra quelli tramandatici dagli antichi, sia pel mezzo della parola, sia del disegno, che non avesse potuto essere fedelmente rappresentato dai nostri gesti in senso o serio, o scherzevole. Quindi con un tale innocente ripiego ci è riescito di celare quello che decente non era. Ma ha bisognato non adottare