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mette messe ubertosa, mi proverò a stender la mano per cogliere una picciolina spiga che si offre alla mia portata».

Colui che amasse diffondersi su questo punto, potrà leggerne nel lodato Engel; e particolarmente le pag. 4. 18. 32. del 1.° vol. coi loro seguiti, e che tralasciamo di trascrivere. In esse ritroverà le promesse, e gli sforzi di Lessing, e Sulzer, pel desiderato intento. Sforzi, e promesse che non sono cessate, nè anche dopo de’ lodati esteri scrittori.

5. Difficoltà di ottenersi un’opera completa su la mimica. Le difficoltà che s’incontrano nel voler distendere un’opera completa, che tratti della mimica sì moderna che antica, si possono distinguere in due classi, generali cioè, ed individuali. Per le prime ci sembrano maestrevolmente raccolte nelle seguenti parole, che possiamo chiamare un canone in archeologia, sì per la sua incontrastabile verità che racchiude, come pel rispetto che si dee alla maschia dottrina del chiarissimo Heyne. Ecco come egli si esprime nel suo elogio al Winkelmann. L’étude de l’antiquité, et particulièrement celle des anciens ouvrages de l’art, exige la combinaison d’une infinité de connoissances, une imagination vive et en mémetems réglée, avec des circonstances heureuses qui se trouvent rarement ensemble1. Degno di questo profondo archeologo è lo sviluppo che

  1. OEuvres complètes de Winkelmann, v. I.° à Paris 1802. p. LXXXIV.